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Che c'è qui? Oro?
Giallo, luccicante, prezioso oro?
No, dèi, non faccio voti insinceri:
voglio radici, o puri Iddii!
Basterà un po' di questo
per rendere nero il bianco,
bello il brutto, diritto il torto,
nobile il basso, giovane il vecchio,
valoroso il codardo.
O dèi, perché questo? Che è mai, o dèi?
Questo vi toglierà dal fianco i vostri preti
e i vostri servie strapperà l'origliere
di sotto la testa ai malati ancora vigorosi.
Questo schiavo giallo cucirà e romperà ogni fede,
benedirà il maledetto e farà adorare la livida lebbra,
collocherà in alto il ladro e gli darà titoli,
genuflessioni ed encomio sul banco dei senatori;
È lui che decide l'esausta vedova a sposarsi ancora.
Colei che un ospedaledi ulcerosi respingerebbe con nause
al'oro la profuma e la imbalsamacome un dì d'aprile.
Orsù dunque, maledetta mota,
comune bagascia del genere umano
che metti a soqquadro la marmaglia dei popoli,
io voglio darti il tuo vero posto nel mondo."
Τίμων ο Αθηναίος, Δ' Πράξη
William Shakespeare
(Timone di Atene)
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Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.
Lunapiena