Fabrizio De André
σαν σήμερα στις 18 Φεβρουαρίου 1940, γεννήθηκε στη Γένοβα. Ηταν ένας από τους πιο γνώστούς, πιό ευαίσθητους και σημαντικότερους Ιταλούς τραγουδιστές.
Στα τραγούδια του αναφερόταν κυρίως στους περιθωριοποιημένους, τους επαναστάτες και τους άτυχους. Πολλά από τα έργα του θεωρούνται ποιητικά έργα και έχουν συμπεριληφθεί στα σχολικά κείμενα της Ιταλίας.
40 χρόνια δημιουργίας.... 40 χρόνια δράση.... εξέδωσε περισσότερα από 20 ποιοτικά άλμπουμ.
Έφυγε από κοντά μας στις 11 Ιανουαρίου 1999. Προς τιμήν του έχει δημιουργηθεί βραβείο που φέρει το όνομά του.
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Δευτέρα 18 Φεβρουαρίου 2008
FABRIZIO DE ANDRE'
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Nel 1958 esce il primo disco di De Andre': un 45 giri contenente due canzoni non sue, "Nuvole barocche" e "E fu la notte".
ΑπάντησηΔιαγραφήNel 1962 Fabrizio sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli da' un figlio, Cristiano, oggi a sua volta musicista
e cantante.
Intanto escono altri dischi contenenti brani destinati a divenire
dei classici: "La guerra di Piero", "La ballata dell'eroe",
"Il testamento", "La ballata del Miche'", "Via del Campo", "La canzone dell'amore perduto", "La cittΰ vecchia",
"Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta con Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella", che nel '68 viene incisa da Mina e trasforma De Andre' da autore per pochi intimi
ad autore di successo.
1968: esce per la Belldisc l'album "Volume I", seguito l'anno dopo da "Tutti morimmo a stento", e da "Volume II": i tre dischi raggiungono il vertice delle classifiche di vendita.
1970: esce "La buona novella" tratto dai Vangeli apocrifi.
1971: esce "Non al denaro non all'amore nι al cielo", ispirato da "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters.
1973: la contestazione del'68 fornisce lo spunto all'ellepμ "Storia di un impiegato".
1974: in "Canzoni" Fabrizio raccoglie traduzioni da Brassens, Dylan e Cohen e brani suoi degli anni Sessanta.
1975: dalla collaborazione con Francesco De Gregori scaturisce l'album "Volume VIII". Segue il primo tour dell'artista, che comincia ad accarezzare il progetto di trasferirsi in Sardegna: acquisterΰ a tale scopo la tenuta dell'Agnata, presso Tempio Pausania, dedicandosi all'agricoltura e all'allevamento di animali.
1977: Dori Ghezzi, alla quale Fabrizio si θ unito, gli dΰ una figlia, Luisa Vittoria, detta Luvi.
1978: esce l'album "Rimini".
1979: dal tour con la Pfm, De Andrι ricava un doppio album dal vivo. In agosto, a L'Agnata, lui e Dori Ghezzi vengono sequestrati: saranno rilasciati quattro mesi dopo.
1981: l'esperienza del sequestro e la realta' della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo che i mass media battezzano "L'indiano".
1984: De Andre' realizza con Mauro Pagani il pluripremiato ellepi "creuza de me", che unisce la lingua genovese alle sonorita' della tradizione mediterranea, e che due referendum tra i critici indicheranno come il miglior album dell'anno e del decennio.
1989: Fabrizio sposa Dori.
1990: esce l'album "Le nuvole", con grande successo di vendite e di critica, e successivo tour trionfale.
1991: esce il doppio live "1991 - Concerti".
1992: nuovo tour, il primo tour teatrale di De Andre'.
1996: esce l'album "Anime Salve".
1997: secondo tour teatrale di De Andre' e pubblicazione dell'album raccolta "Mi innamoravo di tutto" contenente
"La canzone di Marinella" cantata con Mina.
1998: Continua con successo il tour seguito all'album "Anime salve", interrotto per motivi di salute durante l'estate.
1999: l'11 gennaio, alle 2:30 di notte, Fabrizio ci lascia, stroncato da un male incurabile. Muore a Milano all'Istituto dei Tumori dove era ricoverato. I suoi funerali si svolgono a Genova il 13 gennaio dove una folla di piu' di diecimila persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Ora riposa nel cimitero di Staglieno, nella cappella di famiglia
dal web
VALZER PER UN AMORE
ΑπάντησηΔιαγραφήdi F.De André
Quando carica d'anni e di castità
tra i ricordi e le illusioni
del bel tempo che non ritornerà,
troverai le mie canzoni,
nel sentirle ti meraviglierai
che qualcuno abbia lodato
le bellezze che allor più non avrai
e che avesti nel tempo passato
ma non ti servirà il ricordo,
non ti servirà
che per piangere il tuo rifiuto
del mio amore che non tornerà.
Ma non ti servirà più a niente,
non ti servirà
che per piangere sui tuoi occhi
che nessuno più canterà.
Ma non ti servirà più a niente,
non ti servirà
che per piangere sui tuoi occhi
che nessuno più canterà.
Vola il tempo lo sai che vola e va,
forse non ce ne accorgiamo
ma più ancora del tempo che non ha età,
siamo noi che ce ne andiamo
e per questo ti dico amore, amor
io t'attenderò ogni sera,
ma tu vieni non aspettare ancor,
vieni adesso finché è primavera.
Morire per delle idee
ΑπάντησηΔιαγραφήFabrizio De Andrè
Morire per delle idee, l'idea è affascinante
per poco io morivo senza averla mai avuta,
perchè chi ce l'aveva, una folla di gente,
gridando "viva la morte" proprio addosso mi è caduta.
Mi avevano convinto e la mia musa insolente
abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede
dicendomi peraltro in separata sede
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè
ma di morte lenta.
Approfittando di non essere fragilissimi di cuore
andiamo all'altro mondo bighellonando un poco
perchè forzando il passo succede che si muore
per delle idee che non han più corso il giorno dopo.
Ora se c'è una cosa amara, desolante
è quella di capire all'ultimo momento
che l'idea giusta era un'altra, un altro movimento
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta
ma di morte lenta.
Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio
lo predicano spesso per novant'anni almeno.
Morire per delle idee sarà il caso di dirlo
è il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.
E sotto ogni bandiera li vediamo superare
il buon matusalemme nella longevità
per conto mio si dicono in tutta intimità
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta.
A chi va poi cercando verità meno fittizie
ogni tipo di setta offre moventi originali
e la scelta è imbarazzante per le vittime novizie
morire per delle idee è molto bello ma per quali.
E il vecchio che si porta già i fiori sulla tomba
vedendole venire dietro il grande stendardo
pensa "speriamo bene che arrivino in ritardo"
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta
E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo
però per gentilezza lasciate vivere gli altri
la vita è grosso modo il loro unico lusso
tanto più che la carogna è già abbastanza attenta
non c'è nessun bisogno di reggerle la falce
basta con le garrote in nome della pace
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta,
ma di morte lenta.
(orig. George Brassens)
1974 Canzoni
Bocca di rosa...
ΑπάντησηΔιαγραφήFabrizio de Andrè
La chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore metteva l'amore
la chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore sopra ogni cosa.
Appena scese alla stazione
del paesino di Sant'Ilario
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un missionario.
C'e' chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
bocca di rosa ne' l'uno ne' l'altro
lei lo faceva per passione.
Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se il concupito
ha il cuore libero oppure ha moglie.
E fu così che da un giorno all'altro
bocca di rosa si tirò addosso
l'ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l'osso.
Ma le comari di un paesino
non brillano certo d'iniziativa
le contromisure fino al quel punto
si limitavano all'invettiva.
Si sa che la gente da' buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio
si sa che la gente da' buoni consigli
se non può dare cattivo esempio.
Così una vecchia mai stata moglie
senza mai figli, senza più voglie
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.
E rivolgendosi alle cornute
le apostrofò con parole acute:
"Il furto d'amore sarà punito -disse-
dall'ordine costituito".
E quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
"Quella schifosa ha già troppi clienti
più di un consorzio alimentare".
E arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi con i pennacchi
e arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi.
Il cuore tenero non e' una dote
di cui sian colmi i carabinieri
ma quella volta a prendere il treno
l'accompagnarono malvolentieri.
Alla stazione c'erano tutti dal
commissario al sagrestano
alla stazione c'erano tutti
con gli occhi rossi e il cappello in mano.
A salutare chi per un poco
senza pretese, senza pretese
a salutare chi per un poco
portò l'amore nel paese.
C'era un cartello giallo
con una scritta nera, diceva:
"Addio bocca di rosa
con te se ne parte la primavera".
Ma una notizia un po' originale
non ha bisogno di alcun giornale
come una freccia dall'arco scocca
vola veloce di bocca in bocca.
E alla stazione successiva
molta più gente di quando partiva
chi manda un bacio, chi getta un fiore,
chi si prenota per due ore.
Persino il parroco che non disprezza
fra un miserere e un'estrema unzione
il bene effimero della bellezza
la vuole accanto in processione.
E con la Vergine in prima fila
e bocca di rosa poco lontano
si porta a spasso per il paese
l'amore sacro e l'amor profano.