Σάββατο 9 Φεβρουαρίου 2008

ΝΑΡΚΙΣΣΟΣ και ΗΧΩ

NARCISO ed ECO La prima versione completa e dettagliata del mito di Narciso è quella che compare nel terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio. Eco era una ninfa che riusciva ad incantare con la parola. Zeus se ne avvaleva per distrarre Giunone e poterla così tradire con le altre ninfe. Ma Giunone, scoperto l'inganno, punisce Eco togliendole la possibilità di parlare autonomamente: ella può adesso solo riferire le parole che gli altri pronunciano. Poi accade che Eco, addolorata per essere stata respinta da Narciso, piange fino a rinsecchirsi e a ridursi a un sasso in prossimità di uno specchio d'acqua. Narciso si trova a passare vicino a questo specchio d'acqua e vede la propria immagine riflessa. Se ne innamora perdutamente. A questo punto egli urla il proprio dolore e la propria infelicità per l'impossibilità di realizzare l'amore nei confronti della propria immagine riflessa. ΝΑΡΚΙΣΣΟΣ και ΗΧΩ Η πρώτη ολοκληρωμένη εκδοχή του Μύθου του Νάρκισσου, δίνεται από τον Οβίδιο, στο τρίτο βιβλίο "Μεταμορφώσεις". Η Ηχώ ήταν μιά νύμφη που κατάφερνε να πείθει με το λόγο. Ο Δίας την χρησιμοποιούσε για να απασχολεί την Ήρα και να διευκολύνεται να την απατά με άλλες νύμφες. Η Ήρα ανακαλύπτη την απάτη και τιμωρεί την Ηχώ, καθιστώντας την ανίκανη να επικοινωνεί με τους άλλους, αφήνοντας της μόνο την δυνατότητα να επαναλαμβάνει μόνο τα λόγια των άλλων. Η Ηχώ ερωτευμένη με τον Νάρκισσο, δεν καταφέρνει να τον πείσει για τον έρωτά της. Κλαίει δίπλα του και μεταμορφώνεται σε πέτρα, δίπλα σ'ένα ποτάμι. Ο Νάρκισσος έμεινε να κοιτά τον εαυτό του, καθρεφτιζόμενο στο ποτάμι. Έκτοτε η Ηχώ έγινε φωνή που τον καλεί, αντίλαλλος απελπισίας και πόνου που ακούγεται επαναλαμβανόμενος στον αέρα. (Trad. Lunapiena)

5 σχόλια:

  1. Non vi è dubbio che il mito tende a sottolineare il carattere fondamentalmente intransitivo dell'amore. L'impossibilità di far sì che l'amore passi da un soggetto all'altro: il fatto che esso resti in qualche modo imprigionato, consegnato, racchiuso all'interno del singolo personaggio.

    E' il dramma della impossibilità di comunicare, di corrispondere; o, meglio, è l'istituzione di una molteplicità di forme di specularità che non implicano comunicazione: la simmetria, la specularità, la corrispondenza non sono, di per se stesse, un fattore, un elemento di comunicazione.

    E' opportuno mettere in evidenza un secondo aspetto, che è stato sottolineato anche da altri studiosi: sotto il profilo del loro significato filosofico queste due figure rappresentano al tempo stesso due estremi apparentemente fra loro incompatibili, ma anche internamente scissi.

    Narciso è la figura della pura, totale identità, la quale tuttavia giunge, sia pure paradossalmente, all'estremo di identificarsi con la pura e totale alterità di una immagine riflessa totalmente irraggiungibile.

    Al contrario o, se vogliamo, come corrispondenza di carattere simmetrico, Eco è la pura alterità, che consiste in questa totale eteronomia dell'espressione di Eco, in questo non potersi esprimere autonomamente ma solo come riflesso dell'espressione altrui. Ma questa pura e totale alterità costituisce, sia pure in maniera paradossale, l'identità di Eco.

    L'aspetto filosoficamente più rilevante di questo incontro, è che l'incontro tra la pura e totale identità, sia pure internamente scissa, e la pura e totale alterità, rende impossibile la comunicazione.

    Tratto dall'intervista "Amore e conoscenza: il mito di Narciso" - Napoli, Vivarium,
    Venerdì 25 Giugno 1993

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  2. Ο Μύθος δείχνει την μεγάλη δυσκολία στην επικοινωνία και τη ανταπόκριση των συναισθημάτων μεταξύ των ανθρώπων.

    Ο Νάρκισσος και η Ηχώ, αντιπροσωπεύουν δύο εκ διαμέτρου αντίθετες προσωπικότητες. Ο Νάρκισσος αντιπροσωπεύει την απόλυτα εγωκεντρική προσωπικότητα ενώ η Ηχώ, την απόλυτη αλλοιωμένη, νοθευμένη, φάλσα, ψεύτικη προσωπικότητα, που εκφράζεται μόνο μέ αντανάκλαση από τον άλλον. Σε φιλοσοφικό επίπεδο δεν γίνεται να συναντηθούν και να επικοινωνίσουν οι άνθρωποι που εμμένουν στην εγωκεντρικότητα ή τη ψεύτικη έκφραση εαυτού.

    Συνέντευξη με θέμα "Amore e Conoscenza: il mito di Narciso"

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  3. Umberto Curi illustra l'etimologia della parola «mythos» . Se si interpreta il mythos come il sostantivo del verbo "myo", esso diventa il discorso che «racchiude in sè» e custodisce una verità non espressa esplicitamente. Per questo, secondo Curi, il mito non può essere una semplice affabulazione, ma il custode di concetti filosofici che possono venire alla luce se lo si analizza con rigore.

    Il mito su cui Curi intende soffermarsi è quello di Narciso . Egli ne illustra la storia indicando le versioni di Ovidio, di Conone e di Pausania, accennando alle interpretazioni medievali, illuministe e romantiche per poi fare una breve allusione all'interpretazione freudiana .

    L'attenzione di Curi è rivolta, principalmente, alla versione che Ovidio dà del mito di Narciso. Viene analizzata, in primo luogo, la figura dell'indovino Tiresia il quale afferma che Narciso potrà vivere a lungo solo se non conoscerà se stesso, introducendo così un tema peculiare della nascita della filosofia: la conoscenza di sè.

    Accanto alla figura di Narciso, Ovidio introduce quella di Eco. Eco e Narciso sono due figure corrispondenti e speculari, sono entrambi il simbolo dell'immagine, di ciò che è riflesso: Eco è il simbolo di ciò che si riflette acusticamente, Narciso di ciò che si riflette visivamente.

    Nell'amore di Eco per Narciso e in quello di Narciso per la propria immagine Curi individua importanti temi filosofici: quello dell'illusione e della realtà - che viene ripreso ed illustrato da Plotino - e quello dell'identità e dell'alterità, del sè e dell'altro.

    Proprio questi temi, l'immagine ed il reale, la relazione fra il sè e l'altro, sarebbero alla base della riflessione filosofica sul rapporto fra amore e conoscenza.

    Napoli, Vivarium, 25 giugno 1993

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  4. Narciso era un bel giovane che tutti i giorni andava a contemplare la propria bellezza in un lago. Era talmente affascianato da se stesso che un giorno scivolò e morì.

    Accorsero le Oreadi, le ninfe del bosco e videre il lago trasformato in una brocca di lacrime salate.
    - Perchè piangi? domandarono le Oreadi.
    -Piango per Narciso, disse il lago
    - Non ci stupisce che tu pianga per Narciso, soggiunsero. Infatti, mentre noi tutte lo abbiamo sempre rincorso per il bosco, tu eri l'unico ad avere la possibilità di contemplare da vicino la sua bellezza.

    - Ma Narciso era bello? chiese il lago.
    - Chi altri meglio di te potrebbe saperlo?-risposero, sorprese le Oreadi. In fin dei conti era sulle tue sponde che Narciso si sporgeva tutti i giorni.

    Il lago rimase un po' in silenzio. Infine disse:
    "Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello.
    Piango per Narciso, perchè, tutte le volte che lui si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza"

    Paolo Choelo - L'Alchimista

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  5. Ο Νάρκισσος ήταν ένας πανέμορφος νεαρός που κάθε μέρα πήγαινε και καθρεφτιζόταν στη λίμνη. Ήταν τόσο συνεπαρμένος από την ομορφιά του πο μια μέρα γλύστησε και έπεσε μέσα στη λίμνη.
    Οι Ναιάδες βλεποντας την λίμνη να μετασχηματίζεται σε υδρία με αλμυρά δάκρυα ρώτησαν:
    -Γιατί κλαίς?
    -Κλαίω για τον Νάρκισσο, απάντηε η λίμνη
    -Δεν μας παραξενεύει που κλαίς για τον Νάρκισσο, συμφώνησαν. Εσύ ήσουν η μόνη που κάθε μέρα μπορούσε να απολαμβάνει την ομορφιά του.
    -Μα, ήταν όμορφος ο Νάρκισσος? ρωτά η λίμνη
    Ποιός θα μπορούσε να το ξέρει περισσότερο από σένα... ρώτησαν οι νύμφες.
    Η λίμνη έμεινε σιωπηλή. Στο τέλος είπε:
    Εγώ κλαίω για τον Νάρκισσο, αλλά ποτέ δεν κατάλαβα ότι ήταν όμορφος.
    Κλαίω γιατί κάθε φορά που ξάπλωνε δίπλα μου, εγώ μπορούσα να καθρεφτίζω την ομορφιά μου μέσα στα μάτια του.

    Paolo Choelo- "O Αλχημιστής"
    Trad. Lunapiena

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Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.

Lunapiena