Δευτέρα 14 Ιανουαρίου 2008

ΣΑΠΦΩ - SAFFO'

ΣΑΠΦΩ - SAFFO' Ελληνίδα λυρική ποιήτρια, η πρώτη γυναίκα στον κόσμο που έγραψε ποιήματα. Γεννήθηκε στην Ερεσσό και έζησε στη Μυτιλήνη της Λέσβου Ονομάστηκε "Δέκατη Μούσα" . Πιθανότατα παντρεύτηκε έναν πλούσιο από την Άνδρο, τον Κερκύλα, με τον οποίο απέκτησε μια κόρη. Λόγω των ιδεών της εξορίστηκε και κατέφυγε προσωρινά στη Σικελία. Αργότερα, αφού γύρισε στη Μυτιλήνη, συγκέντρωσε γύρω της νεαρές κοπέλες, για να τους διδάξει τις τέχνες της μουσικής και της ποίησης, στην υπηρεσία της Αφροδίτης και των Μουσών.
Από τα ποιήματά της, που διέσωσαν οι Αλεξανδρινοί τα πιο διάσημα ήταν οι Ύμνοι και τα Επιθαλάμια (τραγούδια του γάμου). Τα έργα της καταστράφηκαν μαζί με τις βιβλιοθήκες που πυρπολούσαν από τον 4ο αιώνα και μετά οι χριστιανοί. Εκτός από μερικά μικρά αποσπάσματα, έχουν διασωθεί ένας Ύμνος στην Αφροδίτη και μία Ωδή.

13 σχόλια:

  1. Saffo

    prima figura di donna nella letteratura europea, nacque da una famiglia aristocratica a Ereso, nell’isola di Lesbo e visse fra il VII e il VI secolo a.C. Trascorse la maggior parte della sua esistenza a Mitilene, la più importante città di Lesbo, educando le giovani
    degli ambienti nobili.

    Saffo fa raramente menzione delle lotte politiche da cui Lesbo era travagliata; tuttavia dovette trascorrere un periodo d’esilio in Sicilia. Da alcuni suoi frammenti siamo venuti a sapere di una storia d’amore che coinvolse uno dei suoi tre fratelli, Carasso, che si era recato in Egitto per commercio e si era invaghito di una cortigiana, Dorica.

    Ebbe un marito, il cui nome è forse Cercila di Andro, e una figlia di nome Cleide. Secondo alcune leggende, Saffo, piccola e bruna, si innamorò del giovane Faone, che non ricambiava il suo amore e per questo motivo si suicidò gettandosi dalla rupe di Leucade. Questa leggenda è da imputarsi ai poeti della commedia che avevano preso spunto da alcuni canti in cui Saffo menzionava Faone: costui era solamente un personaggio mitologico.

    L’ambiente in cui si svolse la vita di Saffo è il tiaso ossia la comunità fondata sulla religione d’Afrodite dove si sviluppava la formazione culturale e sociale di fanciulle aristocratiche e in cui l’educazione dei sentimenti.
    Per quanto riguarda la produzione letteraria, l’opera di Saffo è composta nel dialetto eolico della sua patria.

    Venne curata da grammatici alessandrini e suddivisa in nove libri, a seconda dei diversi metri usati. Attualmente abbiamo a disposizione un’intera ode, parti di altre odi, giunteci anche tramite citazioni indirette, e un considerevole numero di frammenti più brevi.

    Nell’intera opera è possibile individuare due gruppi, differenti per tematiche e stile: il gruppo numericamente più ridotto è composto soprattutto da epitalami, canti corali eseguiti in occasione delle nozze di una delle fanciulle del tiaso; al contrario nelle poesie del secondo gruppo, quello più importante e numeroso, Saffo parla in prima persona, rivolgendosi a dei e uomini per esprimere in forma autobiografica le proprie emozioni e riflessioni, riguardanti soprattutto l’esperienza erotica.

    dal web

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  2. Poesie d'Amore di Grande Saffo',
    della Donna che ha cantato la Bellezza,
    la Passione e l' EROS.

    Vorrei fare a tutti chiaro,
    Vorrei dire solo questo,
    Per me la Bellezza dell' anima,
    E quella del corpo,
    Sono gioielli del Sole.
    Per questo non mi nascondero'
    Nei mio nido... mai...
    Fino al ultimo istante mio,
    Ma continuero'
    Di amare...
    E di Essere Amata!
    ......................Saffo'

    Non si puo rompere mai un Cuore Testardo...
    .......................Saffo'

    Ho avuto dalla vita,
    La maggiore ricchezza,
    La gioia si essere amata...
    E sono sempre convinta
    Di non essere dimenticata....
    Mai...
    .....................Saffo'

    trad. Lunapiena

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  3. L' Eros mi paralizza il corpo...
    Mi ha sempre impressionata...
    Questo dolceamaro...
    Invincibile Serpente...
    Mi porta sempre in crisi...
    ........................Saffo'

    Il tempo...e la mia eta'...
    Hanno offerto al mio corpo...
    Mille rughe..
    E l' Eros non ha fretta,
    Di volare in me...
    E regalarmi...
    il suo "dolore"...
    Per Gentilezza cantami...
    Inni di dolce aroma
    Di fiori d'Amore...
    ...................Saffo'

    Trad. Lunapiena

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  4. Poesia di Saffo


    A me pare uguale agli dei
    chi a te vicino così dolce
    suono ascolta mentre tu parli
    e ridi amorosamente. Subito a me
    il cuore si agita nel petto
    solo che appena ti veda, e la voce
    si perde sulla lingua inerte.

    Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
    e ho buio negli occhi e il rombo
    del sangue alle orecchie.
    E tutta in sudore e tremante
    Come erba patita scoloro:
    e morte non pare lontana
    a me rapita di mente.

    trad. S.Quasimodo

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  5. Tramontata è la Luna

    Tramontata è la Luna
    e le Pleiadi a mezzo della notte:
    giovinezza dilegua,
    e sono nel mio letto sola.
    Scuote l'anima Eros,
    come vento sul monte
    che irrompe entro le querce;
    e scioglie le membra e le agita,
    dolce amaro indomabile serpente.
    Ma a me non ape, non miele;
    e soffro e desidero.

    trad. S.Quasimodo

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  6. Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
    altri di fanti, altri di navi,
    sia sulla terra nera la cosa più bella:
    io dico, ciò che si ama.
    È facile far comprendere questo ad ognuno.
    Colei che in bellezza fu superiore
    a tutti i mortali, Elena, abbandonò
    il marito
    pur valoroso, e andò per mare a Troia;
    e non si ricordò della figlia né dei cari
    genitori; ma Cipride la travolse
    innamorata.

    ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria
    che non è qui;
    ed io vorrei vedere il suo amabile portamento,
    lo splendore raggiante del suo viso
    più che i carri dei Lidi e i fanti
    che combattono in armi.

    Saffo'

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  7. Afrodite

    Afrodite, tronoadorno, immortale,
    figlia di Zeus, che le reti intessi, ti prego:
    l'animo non piegarmi, o signora,
    con tormenti e affanni.
    Vieni qui: come altre volte,
    udendo la mia voce di lontano,
    mi esaudisti; e lasciata la casa d'oro
    del padre venisti, aggiogato il carro.
    Belli e veloci passeri ti conducevano,
    intorno alla terra nera,
    con battito fitto di ali, dal cielo
    attraverso l'aere.
    E presto giunsero.
    Tu, beata,
    sorridevi nel tuo volto immortale
    e mi chiedevi del mio nuovo soffrire:
    perche' di nuovo ti invocavo:
    cosa mai desideravo che avvenisse
    al mio animo folle.
    «Chi di nuovo devo persuadere
    a rispondere al tuo amore?
    Chi e' ingiusto
    verso te, Saffo?
    Se ora fugge, presto ti inseguira':
    se non accetta doni, te ne offrira':
    se non ti ama, subito ti amera'
    pur se non vuole.»
    Vieni da me anche ora:
    liberami dagli affanni angosciosi:
    colma tutti i desideri dell'animo mio;
    e proprio tu
    sii la mia alleata.

    Saffò

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  8. Afrodite immortale dal trono variopinto,

    figlia di Zeus tessitrice d’inganni, ti prego,

    non piegarmi con affanni ed angosce

    l’animo, o veneranda;

    orsì vieni qui, se mai anche un’altra volta

    udendo il mio grido da lontano,

    (l’)ascoltasti e, abbandonata la casa dorata del padre,

    giungesti

    dopo aver aggiogato il carro: ti conducevano

    i bei passeri veloci sulla nera terra

    sbattendo fitte le ali dal cielo

    attraverso l’aere;

    subito giunsero: e tu, o beata,

    sorridendo col volto immortale

    (mi) domandavi che cosa ancora avessi patito

    e perchè ancora (ti) chiamassi

    e che cosa soprattutto desiderassi ottenere

    con animo folle (oppure: che si realizzasse

    per me nel mio cuore folle):

    “Chi di nuovo devo convincere

    ad accettare il tuo amore (oppure:

    a condurre se stessa al tuo amore)?

    Chi, o Saffo, ti fa torto?

    E infatti, se fugge, presto inseguirà,

    e se non accetta doni, poi (ne) offrirà,

    e se non (ti) ama, presto (ti) amerà

    anche contro voglia”

    Vieni ancora da me e liberami dai penosi

    affanni e quanto il cuore desidera compiere,

    compilo per me e tu stessa

    sii (mia) alleata.


    Saffò

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  9. L’ode "della gelosia"

    Fr. 31



    Mi sembra che sia uguale agli dei

    quell’uomo che di fronte a te

    siede e (standoti) vicino ascolta (te)

    che parli dolcemente

    e amabilmente ridi, e questo davvero

    mi fa balzare il cuore nel petto,

    come infatti io ti vedo, subito

    non mi è più possibile dire nulla,

    ma la lingua si spezza, sottile

    un fuoco subito mi scorre sotto la pelle,

    non vedo nulla con gli occhi,

    ronzano le orecchie,

    un freddo sudore mi avvolge, un tremito

    (mi) prende tutta, e più verde dell’erba

    (io) sono, e poco lontana dall’esser morta

    sembro a me stessa.

    Ma tutto si può sopportare, poichè….


    Saffò

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  10. Saffo esercitò una notevole influenza sui suoi contemporanei , soprattutto su Alceo,Teognide, Bacchilide
    e Teocrito, e Strabone cosi si espresse su di lei:

    "Saffo, un essere meraviglioso!
    Che in tutto il passato
    di cui si ha memoria,
    non appare che sia esistita mai una donna,
    la quale potesse gareggiare con lei nella poesia,
    nemmeno da lontano"

    la sua fama eguagliò quella di Omero eppure,
    proprio quando era più ammirata,
    cominciò ad essere infangata.
    I suoi versi ,in cui la rievocazione delle scene
    è sempre limpida e chiara,
    come sincero fu il sentimento ispiratore dei versi,
    l'amicizia che la legava alle sue compagne,
    furono spesso denigrati fin dall'antichità:
    basti pensare ad Orazio che defini Saffo
    dispregiativamente "mascula".

    Il processo denigratorio nei suoi confronti risale, però,
    ai commediografi attici ,che l'accusarono di cattivi costumi, di bruttezza fisica e che arrivarono persino ad attribuirle
    un suicidio per amore dalla rupe di Leucade
    (come riprende Leopardi),
    perchè invaghitasi senza speranza del bellissimo Faone;
    più onesti e sinceri gli entusiasmi di Platone,
    che chiamarono Saffo bella e saggia,
    di Teofrasto che ne rilevò la grazia
    e di Plutarco che ne attestò l'ardore del cuore.

    Grazia, soavità e passione sono queste le caratteristiche della poesia di Saffo: il suo amore fu squisitamente femminile, investi tutto ciò che la circondava,
    in delicatezza e levità, tanto che ancora oggi
    puς essere considerata la più grande poetessa
    di tutti i tempi perchè nessuna donna,
    ha saputo cantare l'amore come lei,
    in purezza e sincerità.

    di Francesca Santucci

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  11. ..........
    Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso
    macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
    il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
    In che peccai bambina, allor che ignara
    di misfatto è la vita?
    ..........

    Arcano è tutto, fuor che il nostro dolor.
    Negletta prole nascemmo al pianto,
    e la ragione in grembo dei celesti si posa.

    ..........

    E tu cui lungo amore indarno,
    e lunga fede e vano
    d'implacato desìo furor mi strinse,
    vivi felice, se felice in terra
    visse nato mortal.

    ..........

    da "Ultimo canto di Saffo"
    di Giacomo Leopardi (1798-1837)
    Gennaio 1822

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  12. Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso
    macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
    il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
    In che peccai bambina, allor che ignara
    di misfatto è la vita?
    ..........

    Arcano è tutto, fuor che il nostro dolor.
    Negletta prole nascemmo al pianto,
    e la ragione in grembo dei celesti si posa.

    ..........

    E tu cui lungo amore indarno,
    e lunga fede e vano
    d'implacato desìo furor mi strinse,
    vivi felice, se felice in terra
    visse nato mortal.

    ..........

    da "Ultimo canto di Saffo"
    di Giacomo Leopardi (1798-1837)
    Gennaio 1822



    Reply
    Recommend Delete Message 18 of 18 in Discussion

    From: Lunapiena3100 Sent: 10/29/2006 9:58 PM
    .............
    Ma di quale errore, di quale grande misfatto
    mi sono macchiata prima di nascere,
    tanto che così ostili mi fossero
    il cielo e il volto del destino?
    In che cosa ho peccato da bambina,
    quando la vita è ancora innocente?
    ............

    Tutto è mistero,
    tutto tranne il nostro dolore.
    Siamo nati per piangere,
    come figli abbandonati,
    e solo il cielo ne conosce il motivo.
    .............

    E tu, che io inutilmente ho amato tanto,
    tu a cui mi legarono una lunga fedeltà
    e un'implacata e vana bramosìa d'amore,
    vivi felice,
    se felice qualcuno sia mai vissuto su questa terra.

    traduzione libera
    del "Ultimo canto di Saffo"
    di Giacomo Leopardi

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  13. "Vorrei essere morta, sai,davvero"
    era cosi disfatta nel congedo
    e parlava parlava:"Oh, Saffo,
    è terribile quello che proviamo!
    Non son io che lo voglio se ti lascio",
    e io le rispondevo: addio,
    su, vai, e ricordati di me,
    perchè lo sai come ti seguivamo:
    e se no-allora io lo voglio
    che ti ricordi, perchè tu dimentichi
    com'era bello, ciò che provavamo:
    quante corone di viole
    ti posavi sul capo, insieme a me,
    di rose, croco, salvia, di cerfoglio,
    e quante s'intrecciavano ghirlande
    per il tuo collo delicato
    fatte dei fiori della primavera…

    Saffò

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Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.

Lunapiena