Κυριακή 27 Ιανουαρίου 2008

ΠΟΙΗΣΗ του PRIMO LEVI

SE QUESTO E' UN UOMO
(Αν Αυτός είναι ένας άνθρωπος)
Voi che vivete sicuri
Εσείς που ζήτε σύγουροι
Nelle vostre tiepide case;
Στα ζεστά σας σπίτια
Voi che trovate tornando la sera,
Εσείς που βρίσκετε γυρίζοντας το βράδυ,
Il cibo caldo e visi amici:
ζεστό φαί και πρόσωπα φιλικά
Considerate se questo è un uomo
Αναλογιστείτε για λίγο,
αν είναι ένας Άνθρωπος Αυτός.
Che lavora nel fango
Αυτός που δουλεύει στο βόθρο
Che non conosce la pace
Αυτός που δεν γνώρισε την Ειρήνη
Che lotta per mezzo pane
Αυτός που παλλεύει για μια μπουκιά ψωμί
Che muore per un sì e per un no
Αυτός που πεθαίνει για ένα Ναι ή ένα Οχι
Considerate se questa è una donna,
Αναλογιστείται αν Αυτή είναι μια γυναίκα
Senza capelli e senza nome
Χωρίς μαλλιά και δίχως όνομα
Senza più forza di ricordare
Δίχως τη δύναμη να θυμηθεί
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
με κενό το βλέμμα και παγωμένη τη μήτρα
Come una rana d'inverno:
Σαν ένας βάτραχος μες στο χειμώνα
Meditate che questo è stato:
Σκεφτείτε ότι αυτό έχει γίνει:
Vi comando queste parole,
Σας συνιστώ αυτά τα λόγια,
Scolpitele nel vostro cuore
Σκαλίστε τα μεσ' τη καρδιά σας
Stando in casa, andando per via,
Στο σπίτι ή στο δρόμο,
Coricandovi, alzandovi;
Νύχτα ή Μέρα
Ripetetele ai vostri figli:
Πείτε τα στα παιδιά σας:
O vi si sfaccia la casa,
είτε σας διώχνουν απ'το σπίτι,
La malattia vi impedisca,
είτε σας εμποδίζει η αρρώστια
I vostri cari torcano il viso da voi.
είτε οι αγαπημένοι σας στρέφουν αλλού το πρόσωπό τους.
PRIMO LEVI

6 σχόλια:

  1. SE QUESTO E' UN UOMO

    Voi che vivete sicuri
    Nelle vostre tiepide case;
    Voi che trovate tornando la sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango
    Che non conosce la pace
    Che lotta per mezzo pane
    Che muore per un sì e per un no

    Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome
    Senza più forza di ricordare
    Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno:
    Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole:
    Scolpitele nel vostro cuore
    Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi;

    Ripetetele ai vostri figli:
    O vi si sfaccia la casa,
    La malattia vi impedisca,
    I vostri cari torcano il viso da voi.

    PRIMO LEVI

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  2. Αν Αυτός είναι ένας άνθρωπος

    Εσείς που ζήτε σύγουροι
    Στα ζεστά σας σπίτια
    Εσείς που βρίσκετε γυρίζοντας το βράδυ,
    ζεστό φαί και πρόσωπα φιλικά Αναλογιστείτε για λίγο, αν είναι ένας Άνθρωπος
    Αυτός που δουλεύει στο βόθρο Αυτός που δεν γνώρισε την Ειρήνη Αυτός που παλλεύει για μια μπουκιά ψωμί
    Αυτός που πεθαίνει για ένα Ναι ή ένα Οχι

    Αναλογιστείται αν Αυτή είναι μια γυναίκα
    Χωρίς μαλλιά και δίχως όνομα
    Δίχως τη δύναμη να θυμηθε
    με κενό το βλέμμα και παγωμένη τη μήτρα
    Σαν ένας βάτραχος μες στο χειμώνα Σκεφτείτε ότι αυτό έχει γίνει:
    Σας συνιστώ αυτά τα λόγια, Σκαλίστε τα μεσ' τη καρδιά σας Στο σπίτι ή στο δρόμο,
    Νύχτα ή Μέρα
    Πείτε τα στα παιδιά σας:
    είτε σας διώχνουν απ'το σπίτι,
    είτε σας εμποδίζει η αρρώστια είτε οι αγαπημένοι σας στρέφουν αλλού το πρόσωπό τους.

    PRIMO LEVI

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  3. Cuore di Legno

    Il mio vicino di casa è robusto.
    E' un ippocastano di Corso Re Umberto:
    ha la mia età ma non la dimostra.
    Alberga passeri e merli, e non ha vergogna,
    in aprile, di spingere gemme e foglie,
    fiori fragili a maggio;
    a settembre ricci dalle spine innocue
    con dentro lucide castagne tànniche.
    E' un impostore, ma ingenuo: vuole farsi credere
    emulo del suo bravo fratello di montagna
    signore di frutti dolci e di funghi preziosi.
    Non vive bene.
    Gli calpestano le radici
    i tram numero otto e diciannove
    ogni cinque minuti; ne rimane intronato
    e cresce storto, come se volesse andarsene.
    Anno per anno, succhia lenti veleni
    dal sottosuolo saturo di metano,
    è abbeverato d'orina di cani.
    Le rughe del suo sughero sono intasate
    dalla polvere settica dei viali;
    sotto la scorza pendono crisalidi
    morte, che non diventeranno mai farfalle.
    Eppure, nel suo torpido cuore di legno
    sente e gode il tornare delle stagioni.

    Primo Levi

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  4. Agli amici



    Cari amici, qui dico amici

    Nel senso vasto della parola:

    Moglie, sorella, sodali, parenti,

    Compagne e compagni di scuola,

    Persone viste una volta sola

    O praticate per tutta la vita:

    Purché fra noi, per almeno un momento,

    Sia stato teso un segmento,

    Una corda ben definita.

    Dico per voi, compagni d'un cammino

    Folto, non privo di fatica,

    E per voi pure, che avete perduto

    L'anima, l'animo, la voglia di vita.

    O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu

    Che mi leggi: ricorda il tempo,

    Prima che s'indurisse la cera,

    Quando ognuno era come un sigillo.

    Di noi ciascuno reca l'impronta

    Dell'amico incontrato per via

    In ognuno la traccia di ognuno.

    Per il bene od il male

    In saggezza o in follia

    Ognuno stampato da ognuno.

    Ora che il tempo urge da presso,

    Che le imprese sono finite,

    A voi tutti l'augurio sommesso

    Che l'autunno sia lungo e mite.



    Primo Levi

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  5. Shema’
    [Ascolta]

    Voi che vivete sicuri
    Nelle vostre tiepide case
    Voi che trovate tornando a sera
    Il cibo caldo e visi amici:
    Considerate se questo è un uomo,
    Che lavora nel fango
    Che non conosce pace
    Che lotta per mezzo pane
    Che muore per un sì o per un no.
    Considerate se questa è una donna,
    Senza capelli e senza nome
    Senza più forza di ricordare
    Vuoti gli occhi e freddo il grembo
    Come una rana d’inverno.
    Meditate che questo è stato:
    Vi comando queste parole.
    Scolpitele nel vostro cuore
    Stando in casa andando per via,
    Coricandovi alzandovi:
    Ripetetele ai vostri figli.
    O vi si sfaccia la casa,
    La malattia vi impedisca,
    I vostri nati torcano il viso da voi.

    Primo Levi, 10 gennaio 1946

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  6. I deportati

    I deportati che non venivano scelti per essere mandati direttamente nelle camere a gas spesso morivano a loro volta per i pesantissimi lavori ai quali venivano costretti dalle imprese gestite dalle SS.
    Altri morirono in seguito agli esperimenti medici che comprendevano l'esposizione a esplosivi ad alto potenziale, tecniche sperimentali di congelamento e inoculazione di virus infettivi. Ispirata direttamente da Hitler, l'organizzazione della deportazione e dello sterminio fu diretta da Heinrich Himmler. Dal 1943 in poi lo sterminio in massa degli ebrei fu un fatto ben noto in Germania nei paesi neutrali e tra gli alleati.
    Ma le proteste furono solo sporadiche e non si fece nulla
    per tentare di salvare quelli che potevano ancora essere salvati. Rimasero soltanto le agghiaccianti prove scoperte
    dagli Alleati che entrasono per la prima volta nei campi
    di concentramento a guerra finita e le testimonianze
    dei sopravvissuti a ricordare a tutta l'umanità l'olocausto
    di ben 6000000 di ebrei, che in ebraicoi chiama Shoah,
    cioè catastrofe.

    Primo Levi

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Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.

Lunapiena