Il più bello... dei Mari
"Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto."
Nazym Hikmet (1942)
Per sempre me ne andrò per questi lidi,
ΑπάντησηΔιαγραφήTra la sabbia e la schiuma del mare.
L'alta marea cancellerà le mie impronte,
E il vento disperderà la schiuma.
Ma il mare e la spiaggia dureranno
In eterno.
Kahlil Gibran, 1926
"S’ode ancora il mare"
ΑπάντησηΔιαγραφήGià da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo;
ed anche questo lamento
assiduo di gabbiani:
forse d’uccelli delle torri,
che l’aprile sospinge verso la pianura.
Già m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
Salvatore Quasimodo
Sul mare
ΑπάντησηΔιαγραφήDi sussurri immortali avvolge lidi desolati
E con ansito possente riempie mille caverne,
Sin che l'incanto d'Ecate non l'avverte
Di ritirarsi, e lasciarle all'ombra sempiterna
Colme di grida.
Spesso è così felice
Che la sua calme per giorni e giorni non smuove
La conchiglia caduta, quando i venti del cielo
Liberi infuriano in tempesta cupa.
Oh tu che hai le pupille stanche e afflitte,
Nutrile dell'immensità del mare;
Tu che le orecchie hai stordite di volgare rumore
O troppo sazie di troppo ricche melodie,
Ascolta, sino a trasalire,
ciò che dicono le vecchie caverne:
Il coro, sembra, delle antiche ninfe del mare.
di John Keats
Mare assoluto
ΑπάντησηΔιαγραφήLa solidità della terra, monotona,
ci sembra debole illusione.
Vogliamo la grande illusione del mare,
moltiplicata nella sua sequela di pericoli.
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Il mare è solo il mare, sprovvisto di legami,
si annulla e si ricompone,
correndo come un toro blu sulla sua stessa ombra,
senza aggredire nessuno con bravura,
per diventare dopo la pura ombra di se stesso,
vinto da se medesimo. E' il suo grande esercizio.
Non ha bisogno della meta determinata della terra,
lui che è, allo stesso tempo,
il danzatore e la sua danza.
Cecilia Meireles (1901 1961)
Non vuole trascinarmi come i miei avi di un tempo,
ΑπάντησηΔιαγραφήné condurmi piano piano,
come i miei padri, dai sereni occhi scuri.
Mi accetta solo convertita nella sua natura:
plastica, fluida, disponibile,
identica a lui, in costante soliloquio,
senza esigenze di principio e fine,
indipendente da terra e cielo.
Cecilia Meireles (1901 1961)
(Mare Assoluto)
Sul Mare
ΑπάντησηΔιαγραφήD'eterni mormorii custode: in desolate spiagge
il suo possente sollevar dell'acque
due volte colma diecimila caverne,
sin quando d'Ecate la magia rimanda ad esse
il loro vecchio suono.
Spesso si trova in se' gentile umore
che il picciolo guscio che in passato cadde,
per giorni e giorni è mosso a malapena,
ma quando il cielo l'ultimo vento slega
oh, voi dagli occhi stanchi ed eccitati,
guardate il mare;
Voi con orecchie piene di fragore
o cibate di suon sino al disgusto
statevi accanto a scogli, e meditate,
che la vostra partenza dal coro delle ninfe
è reclamata.
KEATS
Scritto nell'isola di Wight
e contenuto in una lettera a Reynolds
datata 17 aprile 1817.
On this wondrous sea
ΑπάντησηΔιαγραφήSailing silently,
Ho! Pilot, ho!
Knowest thou the shore
Where no breakers roar -
Where the storm is o'er?
In the peaceful west
Many the sails at rest -
The anchors fast -
Thither I pilot thee -
Land Ho! Eternity!
Ashore at last!
Emily Dickinson
Su questo mare meraviglioso
Navigando in silenzio,
Oh! Pilota, oh!
Conosci tu la riva
Dove non urlano i marosi -
Dove la tempesta tace?
Nel tranquillo ponente
Molte le vele in riposo -
In solido ancoraggio -
Laggiù ti conduco -
Terra oh! Eternità!
A riva finalmente.
Trad. in Italiano
«O mare salato, quanto del tuo sale
ΑπάντησηΔιαγραφήSono lacrime del Portogallo!
Perché ti solcassimo, quante madri han pianto,
Quanti figli invano hanno pregato!
Quante spose non hanno sposato
Perché tu fossi nostro, oh mare!»
Fernando Pessoa
Casa sul mare
ΑπάντησηΔιαγραφήll viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l’anima che non sa più dare un grido.
Ora i minuti sono eguali e fissi
come i giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d’acqua che rimbomba.
Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.
Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l’isole dell’aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell’ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l’avara mia speranza.
A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m’ode
salpa già forse per l’eterno.
Eugenio Montale