Τρίτη 20 Νοεμβρίου 2007

FABRIZIO DE ANDRE'

Fabrizio De Andre' ... Il 18 febbraio 1940 Fabrizio De Andre' nasce a Genova. Sul giradischi di casa suo padre ha messo il "Valzer campestre"di Gino Marinuzzi, dal quale, oltre venticinque anni dopo, Fabrizio ricavera' la canzone "Valzer per un amore".Scoppiata la guerra, la famiglia si rifugia nella campagna di Revignano d'Asti, mentre il padre di Fabrizio, ricercato dai fascisti, si dΰ alla macchia.Nel '45 i De Andre' tornano a Genova. Fabrizio frequenta le elementari prima presso le suore Marcelline (che lui ribattezza le porcelline) poi alla "Cesare Battisti". Seguono gli studi ginnasiali, liceali ed infine universitari (interrompe quando gli mancano sei esami dalla laurea in giurisprudenza). Ma intanto e' nata di prepotenza la vocazione per la musica: Fabrizio studia primail violino, poi la chitarra, suona in gruppi jazz, si esibisce in pubblico cantando canzoni francesi, traduce Brassense comincia a scrivere brani tutti suoi. Nel 1958 esce il primo disco di De Andre': un 45 giri contenente due canzoni non sue, "Nuvole barocche" e "E fu la notte".Nel 1962 Fabrizio sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli da' un figlio, Cristiano, oggi a sua volta musicistae cantante.Intanto escono altri dischi contenenti brani destinati a diveniredei classici: "La guerra di Piero", "La ballata dell'eroe", "Il testamento", "La ballata del Miche'", "Via del Campo", "La canzone dell'amore perduto", "La cittΰ vecchia", "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta con Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella", che nel '68 viene incisa da Mina e trasforma De Andre' da autore per pochi intimi ad autore di successo. 1968: esce per la Belldisc l'album "Volume I", seguito l'anno dopo da "Tutti morimmo a stento", e da "Volume II": i tre dischi raggiungono il vertice delle classifiche di vendita.1970: esce "La buona novella" tratto dai Vangeli apocrifi.1971: esce "Non al denaro non all'amore nι al cielo", ispirato da "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters.1973: la contestazione del'68 fornisce lo spunto all'ellepμ "Storia di un impiegato".1974: in "Canzoni" Fabrizio raccoglie traduzioni da Brassens, Dylan e Cohen e brani suoi degli anni Sessanta.1975: dalla collaborazione con Francesco De Gregori scaturisce l'album "Volume VIII". Segue il primo tour dell'artista, che comincia ad accarezzare il progetto di trasferirsi in Sardegna: acquisterΰ a tale scopo la tenuta dell'Agnata, presso Tempio Pausania, dedicandosi all'agricoltura e all'allevamento di animali.1977: Dori Ghezzi, alla quale Fabrizio si θ unito, gli dΰ una figlia, Luisa Vittoria, detta Luvi.1978: esce l'album "Rimini".1979: dal tour con la Pfm, De Andrι ricava un doppio album dal vivo. In agosto, a L'Agnata, lui e Dori Ghezzi vengono sequestrati: saranno rilasciati quattro mesi dopo.1981: l'esperienza del sequestro e la realta' della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo che i mass media battezzano "L'indiano".1984: De Andre' realizza con Mauro Pagani il pluripremiato ellepi "creuza de me", che unisce la lingua genovese alle sonorita' della tradizione mediterranea, e che due referendum tra i critici indicheranno come il miglior album dell'anno e del decennio.1989: Fabrizio sposa Dori.1990: esce l'album "Le nuvole", con grande successo di vendite e di critica, e successivo tour trionfale.1991: esce il doppio live "1991 - Concerti".1992: nuovo tour, il primo tour teatrale di De Andre'.1996: esce l'album "Anime Salve".1997: secondo tour teatrale di De Andre' e pubblicazione dell'album raccolta "Mi innamoravo di tutto" contenente"La canzone di Marinella" cantata con Mina.1998: Continua con successo il tour seguito all'album "Anime salve", interrotto per motivi di salute durante l'estate.1999: l'11 gennaio, alle 2:30 di notte, Fabrizio ci lascia, stroncato da un male incurabile. Muore a Milano all'Istituto dei Tumori dove era ricoverato. I suoi funerali si svolgono a Genova il 13 gennaio dove una folla di piu' di diecimila persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Ora riposa nel cimitero di Staglieno, nella cappella di famiglia.... dal web

17 σχόλια:

  1. LA CANZONE DI MARINELLA
    (F.De Andrè)


    Questa di Marinella è la storia vera
    che scivolò nel fiume a primavera
    ma il vento che la vide così bella
    dal fiume la portò sopra una stella
    Sola senza il ricordo di un dolore
    vivevi senza il sogno di un amore
    ma un re senza corona e senza scorta
    bussò tre volte un giorno alla tua porta

    Bianco come la luna il suo cappello
    come l'amore rosso il suo mantello
    tu lo seguisti senza una ragione
    come un ragazzo segue un aquilone

    E c'era il sole e avevi gli occhi belli
    lui ti baciò le labbra ed i capelli
    c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
    lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi

    Furono baci e furono sorrisi
    poi furono soltanto i fiordalisi
    che videro con gli occhi delle stelle
    fremere al vento e ai baci la tua pelle

    Dicono poi che mentre ritornavi
    nel fiume chissà come scivolavi
    e lui che non ti volle creder morta
    bussò cent'anni ancora alla tua porta

    Questa è la tua canzone Marinella
    che sei volata in cielo su una stella
    e come tutte le più belle cose
    vivesti solo un giorno, come le rose
    E come tutte le più belle cose
    vivesti solo un giorno, come le rose.

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  2. BOCCA DI ROSA
    (F.De Andrè)


    La chiamavano Bocca di Rosa
    metteva l'amore, metteva l'amore
    la chiamavano Bocca di Rosa
    metteva l'amore sopra ogni cosa.
    Appena scesa alla stazione
    del paesino di Sant'Ilario
    tutti s'accorsero con uno sguardo
    che non si trattaca d'un missionario
    C'è chi l'amore lo fa per noia
    chi se lo sceglie per professione
    Bocca di Rosa nè l'uno nè l'altro,
    lei lo faceva per passione.

    Ma la passione spesso conduce
    a soddisfare le proprie voglie
    senza indagare se il concupito
    ha il cuore tenero oppure ha moglie.

    E fu così che da un giorno all'altro
    Bocca di Rosa si tirò addosso
    l'ira funesta delle cagnette
    a cui aveva sottratto l'osso
    Ma le comari di un paesino
    non brillano certo in iniziativa
    le contromisure fino a quel punto
    si limitarono all'invettiva.

    Si sa che la gente dà buoni consigli
    sentendosi come Gesù nel Tempio
    si sa che la gente dà buoni consigli
    se non può più dare cattivo esempio.

    Così un vecchia mai stata moglie
    senza mai figli, senza più voglie
    si prese la briga e di certo il gusto
    di dare a tutte il consiglio giusto
    E rivolgendosi alle cornute
    le apostrofò con parole argute
    "Il furto d'amore sarà punito - disse -
    dall'ordine costituito".


    E quelle andarono dal commissario
    e dissero senza parafrasare:
    "Quella schifosa ha già troppi clienti
    più d'un consorzio alimentare".
    Ed arrivarono quattro gendarmi
    con i pennacchi, con i pennacchi
    ed arrivarono quattro gendarmi
    con i pennacchi e con le armi
    Il cuore tenero non è una dote
    di cui sian colmi i carabinieri
    ma quella volta a prendere il treno
    l'accompagnarono mal volentieri.

    Alla stazione c'erano tutti
    dal commissario al sagrestano
    alla stazione c'erano tutti
    con gli occhi rossi e il cappello in mano.

    A salutare chi per un poco
    senza prestese,senza pretese
    a salutare chi per un poco
    portò l'amore nel paese
    C'era un cartello giallo con una scritta nera
    diceva:"Addio Bocca di Rosa
    con te se ne parte la primavera".

    Ma una notizia un pò originale
    non ha bisogno di alcun giornale
    come una freccia dall'arco scocca
    vola veloce di bocca in bocca.

    E alla stazione successiva
    molta più gente di quando partiva
    chi manda un bacio chi getta un fiore
    chi si prenota per due ore
    Persino il parroco che non disprezza
    fra un miserere e un'estrema unzione
    il bene effimero della bellezza
    la vuole accanto in processione.

    E con la Vergine in prima fila
    e Bocca di Rosa poco lontano
    si porta a spasso per il paese
    l'amore sacro e l'amor profano.

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  3. CARO AMORE
    (F.De Andrè)


    Caro amore nei tramonti d'aprile,
    caro amore quando il sole s'uccide
    oltre le onde puoi sentir piangere e gridare
    anche il vento ed il mare.
    Caro amore così un uomo piange
    caro amore al sole,al vento e ai verdi anni
    che cantando se ne vanno
    dopo il mattino di maggio
    quando sono venuti e quando scalzi
    e con gli occhi ridenti sulla sabbia scrivevamo contenti
    le più ingenue parole.

    Caro amore i fiori dell'altr'anno
    caro amore sono sfioriti e mai più rifioriranno
    e nei giardini ad ogni inverno
    ben più tristi sono le foglie.

    Caro amore così un uomo vive
    caro amore e il sole e il vento e i verdi anni
    si rincorrono cantando
    verso il novembre a cui ci vanno portando
    e dove un giorno con un triste sorriso
    ci diremo fra le labbra ormai stanche:
    "Eri il mio caro amore".

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  4. VALZER PER UN AMORE
    di F.De André

    Quando carica d'anni e di castità
    tra i ricordi e le illusioni
    del bel tempo che non ritornerà,
    troverai le mie canzoni,
    nel sentirle ti meraviglierai
    che qualcuno abbia lodato
    le bellezze che allor più non avrai
    e che avesti nel tempo passato
    ma non ti servirà il ricordo,
    non ti servirà
    che per piangere il tuo rifiuto
    del mio amore che non tornerà.
    Ma non ti servirà più a niente,
    non ti servirà
    che per piangere sui tuoi occhi
    che nessuno più canterà.
    Ma non ti servirà più a niente,
    non ti servirà
    che per piangere sui tuoi occhi
    che nessuno più canterà.
    Vola il tempo lo sai che vola e va,
    forse non ce ne accorgiamo
    ma più ancora del tempo che non ha età,
    siamo noi che ce ne andiamo
    e per questo ti dico amore, amor
    io t'attenderò ogni sera,
    ma tu vieni non aspettare ancor,
    vieni adesso finché è primavera.

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  5. LA CANZONE DELL'AMORE PERDUTO
    (F.De Andrè)


    Ricordi sbocciavan le viole
    con le nostre parole:
    "Non ci lasceremo mai, mai e poi mai".
    Vorrei dirti ora le stesse cose
    ma come fan presto amore ad appassir le rose
    così per noi
    l'amore
    che strappa i capelli è perduto ormai
    non resta che qualche svogliata carezza
    e un po' di tenerezza.

    E quando ti troverai in mano quei fiori appassiti
    al sole di un aprile ormai lontano li rimpiangerai
    ma sarà la prima che incontri per strada
    che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato
    per un amore nuovo

    E sarà la prima che incontri per strada
    che tu coprirai d'oro
    per un bacio mai dato
    per un amore nuovo.

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  6. Amore che vieni, amore che vai
    Fabrizio de André


    Quei giorni perduti a rincorrere il vento
    a chiederci un bacio e volerne altri cento
    un giorno qualunque li ricorderai
    amore che fuggi da me tornerai
    un giorno qualunque ti ricorderai
    amore che fuggi da me tornerai
    e tu che con gli occhi di un altro colore
    mi dici le stesse parole d'amore
    fra un mese fra un anno scordate le avrai
    amore che vieni da me fuggirai
    fra un mese fra un anno scordate le avrai
    amore che vieni da me fuggirai
    venuto dal sole o da spiagge gelate
    perduto in novembre o col vento d'estate
    io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
    amore che vieni , amore che vai
    io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
    amore che vieni , amore che vai.

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  7. La ballata dell'eroe

    Era partito per fare la guerra
    per dare il suo aiuto alla sua terra
    gli avevano dato le mostrine e le stelle
    e il consiglio di vender cara la pelle
    e quando gli dissero di andare avanti
    troppo lontano si spinsero a cercare la verità
    ora che è morto la patria si gloria
    d'un altro eroe alla memoria
    era partito per fare la guerra
    per dare il suo aiuto alla sua terra
    gli avevano dato le mostrine e le stelle
    e il consiglio di vender cara la pelle
    ma lei che lo amava aspettava il ritorno
    d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
    se accanto nel letto le è rimasta la gloria
    d'una medaglia alla memoria.



    Fabrizio de Andrè

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  8. INVERNO

    Sale la nebbia sui prati bianchi
    come un cipresso nei camposanti,
    un campanile che non sembra vero
    segna il confine tra terra e cielo.
    Ma tu che vai, ma tu rimani,
    vedrai, la neve se ne andrà domani,
    rifioriranno le gioie passate
    col vento caldo di un'altra estate.
    Anche la luce sembra morire
    nell'ombra incerta di un divenire
    dove anche l'alba diventa sera
    e i volti sembrano teschi di cera.
    Ma tu che vai, ma tu rimani,
    anche la neve morirà domani,
    l'amore ancora ci passerà vicino
    nella stagione del biancospino.
    La terra stanca sotto la neve
    dorme il silenzio di un sonno greve;
    l'inverno raccoglie la sua fatica
    di mille secoli da un'alba antica.
    Ma tu che stai, perché rimani?
    Un altro inverno tornerà domani
    cadrà altra neve a consolare i campi
    cadrà altra neve sui camposanti.

    F. De Andre'

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  9. Una storia sbagliata


    È una storia da dimenticare
    è una storia da non raccontare
    è una storia un po' complicata
    è una storia sbagliata.

    Cominciò con la luna sul posto
    e finì con un fiume d'inchiostro
    è una storia un poco scontata
    è una storia sbagliata.

    Storia diversa per gente normale
    storia comune per gente speciale
    cos'altro vi serve da queste vite
    ora che il cielo al centro le ha colpite
    ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

    È una storia di periferia
    è una storia da una botta e via
    è una storia sconclusionata
    una storia sbagliata.

    Una spiaggia ai piedi del letto
    stazione Termini ai piedi del cuore
    una notte un po' concitata
    una notte sbagliata.

    Notte diversa per gente normale
    notte comune per gente speciale
    cos'altro ti serve da queste vite
    ora che il cielo al centro le ha colpite
    ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

    È una storia vestita di nero
    è una storia da basso impero
    è una storia mica male insabbiata
    è una storia sbagliata.

    È una storia da carabinieri
    è una storia per parrucchieri
    è una storia un po' sputtanata
    o è una storia sbagliata.

    Storia diversa per gente normale
    storia comune per gente speciale
    cos'altro vi serve da queste vite
    ora che il cielo al centro le ha colpite
    ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

    Per il segno che c'è rimasto
    non ripeterci quanto ti spiace
    non ci chiedere più come è andata
    tanto lo sai che è una storia sbagliata
    tanto lo sai che è una storia sbagliata


    testo e musica: di Fabrizio De André - Massimo Bubola

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  10. La stagione del tuo amore

    La stagione del tuo amore
    non è più la primavera
    ma nei giorni del tuo autunno
    hai la dolcezza della sera
    se un mattino fra i capelli
    troverai un po' di neve
    nel giardino del tuo amore
    verrò a raccogliere il bucaneve

    Passa il tempo sopra il tempo
    ma non devi aver paura
    sembra correre come il vento
    però il tempo non ha premura
    piangi e ridi come allora
    ridi e piangi e ridi ancora
    ogni gioia ogni dolore
    puoi ritrovarli nella luce di un'ora

    Passa il tempo sopra il tempo
    ma non devi aver paura
    sembra correre come il vento
    però il tempo non ha premura
    piangi e ridi come allora
    ridi e piangi e ridi ancora
    ogni gioia ogni dolore
    puoi ritrovarli nella luce di un'ora.

    testo e musica: di Fabrizio De André

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  11. Evaporato in una nuvola rossa
    in una delle molte feritoie della notte
    con un bisogno d'attenzione e d'amore
    troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
    per essere corrisposti,
    valeva la pena divertirvi le serate estive
    con un semplicissimo "Mi ricordo":
    per osservarvi affittare un chilo d'era
    ai contadini in pensione e alle loro donne
    e regalare a piene mani oceani
    ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
    fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
    senza rimpiangere la mia credulità:
    perché già dalla prima trincea
    ero più curioso di voi,
    ero molto più curioso di voi.

    E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
    meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
    tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
    se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
    "Lo sa che io ho perduto due figli"
    "Signora lei è una donna piuttosto distratta."
    E ancora ucciso dalla vostra cortesia
    nell'ora in cui un mio sogno
    ballerina di seconda fila,
    agitava per chissà quale avvenire
    il suo presente di seni enormi
    e il suo cesareo fresco,
    pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
    debba in qualche modo incominciare una chitarra.

    E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
    mi sentivo meno stanco di voi
    ero molto meno stanco di voi.

    Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
    fino a farle spalancarsi la bocca.
    Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
    di parlare ancora male e ad alta voce di me.
    Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
    con una scatola di legno che dicesse perderemo.
    Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
    Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
    Potevo assumere un cannibale al giorno
    per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
    Potevo attraversare litri e litri di corallo
    per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

    E mai che mi sia venuto in mente,
    di essere più ubriaco di voi
    di essere molto più ubriaco di voi.

    Fabrizio De Andrè
    "Amico Fragile"

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  12. CALEIDOSCOPIO
    Pettirosso di ogni novembre
    lo stiamo ascoltando all'unisono
    il fottuto maestrale di Francia
    che ci piega le smorfie ad Oriente
    Salute agli antichi padroni, pettirosso,
    salute allo stemma
    di questa brigata di sughere
    pettinate ancora all'Umberta

    Usignolo d'aprile
    anche stanotte hai cantato che esiste
    un destino più triste
    di chi avverte morire all'intorno
    le memorie più care.
    È il destino di chi morente,
    allo specchio di tenere gemme
    riconosce per sé
    il divieto di rigermogliare

    Raganelle di luglio
    cicale notturne del prato
    l'avete veduta la nostra gente
    stretta nel cerchio dei grandi fuochi
    ancora oggi appiccati
    per poca sapienza
    come intorno alle salamandre
    nei giorni crudeli
    della nostra infanzia

    Settembre degli stormi
    anche quest'anno
    a mettere fine alle tre sofferenze ritorni
    Anche quest'anno
    contesi coi tuoi affamati festosi emigranti
    mungeremo i tuoi grappoli
    e al riparo delle tue piogge segrete
    conserveremo nell'ombra del legno
    il tuo latte d'autunno
    prima che i venti del Nord
    ritornino a frullare gli oceani

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  13. CALEIDOSCOPIO
    Pettirosso di ogni novembre
    lo stiamo ascoltando all'unisono
    il fottuto maestrale di Francia
    che ci piega le smorfie ad Oriente
    Salute agli antichi padroni, pettirosso,
    salute allo stemma
    di questa brigata di sughere
    pettinate ancora all'Umberta

    Usignolo d'aprile
    anche stanotte hai cantato che esiste
    un destino più triste
    di chi avverte morire all'intorno
    le memorie più care.
    È il destino di chi morente,
    allo specchio di tenere gemme
    riconosce per sé
    il divieto di rigermogliare

    Raganelle di luglio
    cicale notturne del prato
    l'avete veduta la nostra gente
    stretta nel cerchio dei grandi fuochi
    ancora oggi appiccati
    per poca sapienza
    come intorno alle salamandre
    nei giorni crudeli
    della nostra infanzia

    Settembre degli stormi
    anche quest'anno
    a mettere fine alle tre sofferenze ritorni
    Anche quest'anno
    contesi coi tuoi affamati festosi emigranti
    mungeremo i tuoi grappoli
    e al riparo delle tue piogge segrete
    conserveremo nell'ombra del legno
    il tuo latte d'autunno
    prima che i venti del Nord
    ritornino a frullare gli oceani

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  14. CALEIDOSCOPIO
    Pettirosso di ogni novembre
    lo stiamo ascoltando all'unisono
    il fottuto maestrale di Francia
    che ci piega le smorfie ad Oriente
    Salute agli antichi padroni, pettirosso,
    salute allo stemma
    di questa brigata di sughere
    pettinate ancora all'Umberta

    Usignolo d'aprile
    anche stanotte hai cantato che esiste
    un destino più triste
    di chi avverte morire all'intorno
    le memorie più care.
    È il destino di chi morente,
    allo specchio di tenere gemme
    riconosce per sé
    il divieto di rigermogliare

    Raganelle di luglio
    cicale notturne del prato
    l'avete veduta la nostra gente
    stretta nel cerchio dei grandi fuochi
    ancora oggi appiccati
    per poca sapienza
    come intorno alle salamandre
    nei giorni crudeli
    della nostra infanzia

    Settembre degli stormi
    anche quest'anno
    a mettere fine alle tre sofferenze ritorni
    Anche quest'anno
    contesi coi tuoi affamati festosi emigranti
    mungeremo i tuoi grappoli
    e al riparo delle tue piogge segrete
    conserveremo nell'ombra del legno
    il tuo latte d'autunno
    prima che i venti del Nord
    ritornino a frullare gli oceani

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  15. Una canzone dolce, una ballata lieve per una sera da passare accanto al fuoco

    Nell'acqua della chiara fontana
    lei tutta nuda si bagnava
    quando un soffio di tramontana
    le sue vesti in cielo portava

    dal folto dei capelli mi chiese
    per rivestirla di cercare
    i rami di cento mimose
    e ramo con ramo intrecciare

    volli coprire le sue spalle
    tutte di petali di rosa
    ma il suo seno era così minuto
    che fu sufficiente una rosa

    cercai ancora nella vigna
    perché a metà non fosse spoglia
    ma i suoi fianchi eran così minuti
    che fu sufficiente una foglia

    le braccia lei mi tese allora
    per ringraziarmi un po' stupita
    io la presi con tanto ardore
    che lei fu di nuovo svestita

    il gioco divertì la graziosa
    che molto spesso alla fontana
    tornò a bagnarsi pregando Dio
    per un soffio di tramontana

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  16. Anime salve

    « Mille anni al mondo mille ancora
    che bell'inganno sei anima mia
    e che bello il mio tempo che bella compagnia
    sono giorni di finestre adornate

    canti di stagione
    anime salve in terra e in mare
    sono state giornate furibonde
    senza atti d'amore

    senza calma di vento
    solo passaggi e passaggi
    passaggi di tempo
    ore infinite come costellazioni e onde

    spietate come gli occhi della memoria
    altra memoria e no basta ancora
    cose svanite facce e poi il futuro
    i futuri incontri di belle amanti scellerate

    saranno scontri
    saranno cacce coi cani e coi cinghiali
    saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
    mille anni al mondo mille ancora

    che bell'inganno sei anima mia
    e che grande il mio tempo che bella compagnia
    mi sono spiato illudermi e fallire
    abortire i figli come i sogni

    mi sono guardato piangere
    in uno specchio di neve
    mi sono visto che ridevo
    mi sono visto di spalle che partivo
    ti saluto dai paesi di domani

    che sono visioni di anime contadine
    in volo per il mondo
    mille anni al mondo mille ancora
    che bell'inganno sei anima mia

    e che grande questo tempo che solitudine
    che bella compagnia

    Fabrizio De Andrè

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  17. Η πρώτη εντύπωση από το άκουσμα του Bocca di Rosa στο ραδιόφωνο προ.... αμνημονεύτων ήταν καταλυτική.
    Από τότε πήρα σχεδόν όλα τα βινύλιά του, άκουσα και ξανάκουσα σχεδόν τα πάντα του, αλλά η πρώτη αγάπη παρέμεινε κυρίαρχη... Bocca di Rosa.

    Μία παρατήρηση μόνο. Το πρωτάκουσα με τους παρακάτω στίχους, οι ίδιοι υπάρχουν και στα βινύλια που έχω, και δεν ξέρω γιατί τους άλλαξε ο ίδιος, σε συναυλίες κυρίως ... Ευελπιστώ όχι απο πολιτική ορθότητα διότι θα χάσω κάθε εκτίμηση στον Faber ...

    Spesso gli sbirri e i carabinieri
    Al proprio dovere vengono meno
    Ma non quando sono in alta uniforme
    E l'accompagnarono al primo treno

    Εύγε για το ιστολόγιο, φιλτάτη.
    Το ανακάλυψα λίγο αργά, ελπίζω ωστόσο να μην είναι αργά γενικώς.

    Υ.Γ. Εξαιρετικό και το αφιέρωμα στον Παβέζε...
    Θα επανέλθω εν ευθέτω χρόνω.

    ΑπάντησηΔιαγραφή

Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.

Lunapiena