Πέμπτη 15 Νοεμβρίου 2007

ΝΟΣΤΑΛΓΙΑ - NOSTALGIA

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me..... Nazim Hikmet ............ Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me, non dico che fosse come la mia ombra, mi stava accanto anche nel buio, non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi quando si dorme si perdono le mani e i piedi io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno. Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me non dico che fosse fame o sete o desiderio del fresco nell'afa o del caldo nel gelo era qualcosa che non può giungere a sazietà non era gioia o tristezza, non era legata alle città, alle nuvole, alle canzoni, ai ricordiera in me e fuori di me. Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me e del viaggio non mi resta nullase non quella nostalgia.

12 σχόλια:

  1. "Diro' di me stesso un canto vero, i viaggi narrero'.
    Come in giorni duri spesso ho sofferto tempi di pena,
    ho sentito nel cuore amara la cura,
    nelle chiglie trovato dimore di dolore,
    sulle onde in tumulto dove spesso mi tenne veglia
    ansiosa di notte, alla prua della nave, che rollava alle rocce. Eran dal gelo i piedi premuti,
    legati dal ghiaccio in fredde catene,
    mentre pene soffiavano calde dal cuore
    e fame strappava lo spirito dentro, stanco del mare.
    Quell'uomo non sa, cui tocca su terra di vivere bene,
    come miserando sul gelido oceano,
    d'inverno ha percorso le vie dell'esilio,
    privato d'amici, pendevano attorno verghe di ghiaccio. Turbinava la grandine".

    The shiffer - racconto medievale

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  2. In greco si dice nostalgos.

    La nostalgia e' la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei utilizzano la parola
    di origine greca NOSTALGIA.

    In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dalla impossibilità di ritornare in patria.
    Il Rimpianto della propria terra.
    Il Rimpianto delle Cose amate
    La sofferenza della lontananza....

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  3. Nostalgia e' una parola formata dal prefisso nostos, che vuol dire "ritorno" e dal suffisso algia, ovvero "voce".

    Si tratta, quindi, di una designazione istituita per definire una patologia, una malattia che colpiva, spesso, i soldati svizzeri, quando questi venivano destinati presso guarnigioni straniere.
    E poi, in seguito, da patologia, con il passare delle epoche,
    e' stata trasformata in un sentimento.
    Ma va comunque ricordato come l'origine della nostalgia moderna e della parola "nostalgia" sia un'origine medica, clinica. Infatti, per due secoli circa, fino ai primi anni dell'Ottocento, la nostalgia e' stata studiata come malattia. Ebbene, questo discorso riguardante Platone, che Lei ha appena introdotto, molto importante per il collegamento tra nostalgia e reminiscenza e memoria e ricordo,
    possiamo considerarla una valida suggestione che ci riporta,
    in qualche modo, all'uso possibile del termine "nostalgia", considerato, pero', in modo improprio. Diciamo che e' nostalgico anche l'eroe classico del nostos, del mito del ritorno, per antonomasia, ovvero Ulisse.
    Se estendessimo il campo semantico della parola "nostalgia"
    fino a coprire, con questa parola, non piu' soltanto una malattia, come e' accaduto in eta' moderna, quando il termine nacque, ma anche un determinato dominio di sentimenti vissuti da tutti gli uomini, da quando esiste il linguaggio dell'uomo, allora, certamente, la nostalgia avrebbe a che fare anche
    con il ricordo, con la reminiscenza, con la rimembranza.

    E pero' qui si aprono molte questioni abbastanza interessanti, credo, e cioe': che cos'e' il ricordo della nostalgia, che funzione svolge il ricordare tipico della nostalgia, che funzione assume la reminiscenza della nostalgia?

    Questo e' un discorso che andrebbe approfondito, ma non e' sufficiente dire semplicemente che la nostalgia sia sempre costituita di ricordi che non possono essere ri - animati,
    ricordi che si presentano come definiti, chiusi, bloccati
    nel passato. Il ricordo principale della nostalgia, e' il ricordo
    di un luogo, di uno spazio temporale vissuto in un luogo.
    Per lo piu' e' il luogo natale, e' il luogo dell'infanzia,
    e' il luogo della patria, da cui uno si e' mosso per andare altrove. Per questo la nostalgia e' l'insieme dei ricordi propri di chi e' stato sradicato o allontanato da un luogo.
    E' un modo di sentire tipico della lontananza,
    ed e' un sentire proprio dell'esilio.

    Antonio Prete

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  4. A Zacinto di Foscolo e' quasi una definizione del movimento della nostalgia, sentimento che parte da una terra verso la quale non e' possibile piu' tornare e, di riflesso, muove verso il territorio del linguaggio.
    Che cosa accade in questo sonetto, che voi tutti ricordate benissimo? C'e' l'immagine di una terra, da cui il poeta e' lontano, e questa terra e' la terra della madre, come Lei ricordava, e' la terra della lingua materna.
    E il poeta e' colui che parla la lingua materna, "il miglior fabbro del parlar materno" come scrisse Dante.
    Possiamo definire il poeta come
    "colui che parla la lingua della madre", perche la poesia non e' il linguaggio delle istituzioni, del potere, della legge, e' il linguaggio dell'invenzione, della fantasia, dell'affetto, e' la lingua dell'immaginazione. E, dunque, il poeta e' colui che parla la "lingua della madre".
    Un poeta che e' separato dalla sua terra e' separato anche
    dalla sua lingua e tuttavia deve, comunque, parlare quella lingua. Ecco perche il poeta e' sempre in una posizione, per cosi dire, nostalgica, perche usa una lingua, che e' la lingua materna, dalla quale e' separato, in quanto separato dalla madre, ma e' separato anche da quel linguaggio dell'infanzia, che era, un tempo, la lingua propria della sua formazione di individuo. Un poeta si forma, cresce, da' sostanza, forza, energia al proprio linguaggio se, e solo se, tiene presenti questi tre elementi. Ma questi tre elementi sono elementi che non si possono ricreare se non attraverso il ritmo, attraverso cioe' la finzione di un nuovo tempo, che e' il tempo della poesia, il tempo del linguaggio, che non e' il "vero" tempo vissuto nell'infanzia. E dunque la poesia vive sempre
    in rapporto con un altro tempo.

    Antonio Prete

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  5. Certamente tutte le forme di separazione, anche le forme
    piu' violente o piu' tragiche di questo atto, costituiscono sempre come una separazione dal proprio Io da parte
    di ciascuno, ovvero da quella parte di noi stessi,
    che e' vissuta assieme all'altra persona,
    che e' quel determinato luogo, o e' quella vicenda.
    Ecco perche, in qualche modo, la nostalgia e' un sentimento doloroso.
    E' quella che Leopardi definisce ricordanza.
    Anche la ricordanza e' insieme dolce e amara, nella poesia leopardiana. E Leopardi stesso l'ha definita, spesso, come presenza simultanea di dolcezza e dolore. E dunque ci si separa da qualcosa che abbiamo vissuto o da qualcosa
    che e' vissuto con noi, ma questa separazione e' sempre una separazione da quel nostro Io che fummo allora.
    E la nostalgia nasce proprio da questa separazione.
    Per questo non mai e' possibile ritornare, perche quei determinati "noi stessi" non esistono piu', poiche quel determinato Io che viveva in noi allora e' trapassato, trasformandosi. Quel "noi" che abbiamo vissuto allora,
    in quel tempo e in quel luogo, non e' piu' possibile riaverlo.
    La nostalgia e' un sentimento tragico,
    ma e' anche un sentimento aperto.
    La nostalgia dovrebbe essere sempre una passione aperta, capace di accrescere, in qualche modo,
    l'attesa, il desiderio, il sogno.
    E cosi la nostalgia potrebbe diventare anche un linguaggio autonomo.

    Antonio Prete

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  6. Ballata della nostalgia inseparabile

    Sempre questa nostalgia,
    quest'inseparabile nostalgia
    che ogni cosa allontana e muta.
    Dimmelo tu, albero.
    Ti guardo. Mi guardi. E non sei più lo stesso.
    Dimmelo tu, acqua.
    Ti bevo. Mi bevi. E non sei più la stessa.
    Non è la stessa terra della tua gola.
    Dimmelo tu, sogno.
    Ti prendo. Mi prendi. E non sei più lo stesso.
    Non è lo stesso astro che culla il tuo sonno.
    Dimmelo tu, stella.
    Ti chiamo. Mi chiami. E non sei più la stessa.
    Non è la stessa la chiara notte che ti bruccia.
    Dimmelo tu, notte.

    Rafael Alberti

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  7. Nostalgia

    Alto su rupe,
    battuto dai venti,
    un cimitero frondeggia:
    cristiana oasi nel tartaro etrusco.
    La sotto e la fanciulla
    bellissima dei Velcha,
    che vive ancora nella tomba dell’Orco.
    E’ il giaciglio gentile della Pulzella
    poco discosto.
    Legioni di morti calarono
    in quell’antica terra ove sperai
    dormire un giorno e rimetter radici.
    Oh poter seppellire nella citta silente
    insieme con me la favola di mia vita!
    non esser piu che una pietra corrosa,
    un nome cancellato,
    e riposare senza memoria in grembo
    alla terra natia come se mai
    me ne fossi scostato.
    Ma nel sospiro estremo
    saro forse deluso.
    Io morro dove e quando il fato vorra.
    Meglio forse al randagio
    che lascio il patrio asilo
    cader per via conviene, esser disperso.
    E resti all’ossa inappagate il fremito,
    il desio del ritorno.

    Vincenzo Cardarelli

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  8. Nostalgia

    Tra le nubi ecco il turchino
    cupo ed umido prevale:
    sale verso l'Apennino
    brontolando il temporale.
    Oh se il turbine cortese
    sovra l'ala aquilonar
    mi volesse al bel paese
    di Toscana trasportar!

    Non d'amici o di parenti
    la m'invita il cuore e il volto:
    chi m'arrise a i di ridenti
    ora e savio od e sepolto.
    Ne di viti ne d'ulivi
    bel desio mi chiama la:
    fuggirei da' lieti clivi
    benedetti d'uberta.

    De le mie cittadi i vanti
    e le solite canzoni
    fuggirei: vecchie ciancianti
    a marmorei balconi!
    Dove raro ombreggia il bosco
    le maligne crete, e al pian
    di rei sugheri irto e fosco
    i cavalli errando van,

    la in Maremma ove fiorio
    la mia triste primavera,
    la rivola il pensier mio
    con i tuoni e la bufera:
    la nel ciel nero librarmi
    la mia patria a riguardar,
    poi co 'l tuon vo' sprofondarmi
    tra quei colli ed in quel mar.

    Giosue Carducci

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  9. Nostalgia canaglia
    Romina:
    Ma che cos'è
    quel nodo in gola che mi assale?
    Che cos'è?
    Sei qui con me.
    E questa assurda solitudine, perché?

    Al Bano:
    Ma che cos'è
    se per gli aironi il volo è sempre libertà?
    Perché per noi
    invece c'è qualcosa dentro che non va?
    Both:
    Che non va?

    Nostalgia, nostalgia canaglia
    che ti prende proprio quando non vuoi.
    Ti ritrovi con un cuore di paglia
    è un incendio che non spegni mai.

    Nostalgia, nostalgia canaglia
    di una strada, di un amico, di un bar,
    di un paese che sogna e che sbaglia
    ma se chiedi, poi tutto ti dà.

    Romina:
    Chissà perché
    si gira il mondo per capire un po' di più.
    Al Bano:
    Sempre di più.
    Tu vai lontano e perdi un po' di ciò che sei.

    Romina:
    E poi perché
    un'avventura è bella solo per meta?
    Al Bano:
    Mentre si va
    quel dolce tarlo all'improvviso tornerà.
    Both:
    Tornerà.

    Nostalgia, nostalgia canaglia
    che ti prende proprio quando non vuoi
    ti ritrovi con un cuore di paglia
    è un incendio che non spegni mai.

    Nostalgia, nostalgia canaglia
    di una strada, di un amico, di un bar
    di un paese che sogna e che sbaglia
    ma se chiedi, poi tutto ti dà.

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  10. You see I cannot see -
    your lifetime -
    I must guess -
    How many times it ache for me - today - Confess -
    How many times for my far sake
    The brave eyes film -
    But I guess guessing hurts -
    Mine - got so dim!

    Too vague - the face -
    My own - so patient - covers -
    Too far - the strength -
    My timidness enfolds -
    Haunting the Heart -
    Like her translated faces -
    Teasing the want -
    It - only - can suffice!

    E. Dickinson

    ....................................

    Sai che non posso sapere - ciò che fai -
    Devo immaginare -
    Quante volte sei in pena per me
    - oggi - Confessa -
    Quante volte a causa della mia lontananza
    Gli occhi arditi si velano -
    Ma immagino che l'immaginare ferisca -
    I miei - sono così offuscati!

    Troppo vago - il volto -
    Che il mio - così paziente - nasconde -
    Troppo lontana - la forza -
    Che avvolge la mia timidezza -
    Spaventando il Cuore -
    Come i suoi cangianti volti -
    Tormentano il desiderio -
    Questo - solo - può bastare!

    E. Dickinson
    ...è nostalgia!

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  11. CHI SEI TU......

    Chi sei tu, che quando arrivi,
    effondi il tuo profumo,
    che penetri in me
    e mi sconcerti il corpo,
    mi accarezzi il pensiero?
    Chi sei tu, che, quando parli,
    dici tutto ciò che voglio sentire,
    che guardi profondamente nei miei occhi
    e concedi alla mia anima quel che vuole?
    Chi sei tu, che osi lasciarmi

    piena di sogni, deliri ed illusioni
    che mi svegli all’alba pur essendomi lontano
    e dimori nel mio cuore senza permesso?
    Chi sei tu, che mi doni affetto ed amore
    che, quando mi perdo, mi soccorri
    e mi parli con voce di miele
    quando non ti voglio ascoltare?
    Chi sei tu, che disegni i miei contorni col pensiero
    che mi aiuti e mi salvi
    e mi fai morir di desiderio?

    Chi sei tu, che io non scelsi in nessun giardino,
    che mi sorridi e mi ami
    e per amore fuggi alle mie brame?
    Chi sei tu???....
    che mi possiedi e ti nascondi in me
    e ti compiaci di amarmi così? …

    Silvana Duboc

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  12. TORNA.....Torna sovente e prendimi,
    palpito amato, allora torna e prendimi,
    che si ridesta viva la memoria
    del corpo e antiche brame trascorrono nel sangue
    allora che le labbra ricordano, e le carni,
    e nelle mani un senso tattile si riaccende.

    Torna sovente e prendimi, la notte,
    allora che le labbra ricordano, e le carni...

    Costantinos Kavafis

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Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.

Lunapiena