Τρίτη 4 Σεπτεμβρίου 2007

SETTEMBRE e...... POESIA

Kι αν για τον έρωτά μου δεν μπορώ να πω αν δε μιλώ για τα μαλλιά σου, για τα χείλη, για τα μάτια.. όμως το πρόσωπό σου που κρατώ μες στη ψυχή μου, ο ήχος της φωνής σου που κρατάω μες στο μυαλό μου, ημέρες του Σεπτέμβρη που ανατέλλουν στα όνειρά μου τις λέξεις και τις φράσεις μου πλάθουν και χρωματίζουν σ' όποιο θέμα κι άν περνώ, όποια ιδέα κι αν λέγω. Κ. Καβάφης

11 σχόλια:

  1. E se del mio amore
    non posso parlare,
    se non canto per i tuoi capelli,
    per le tue labbra,
    per i tuoi occhi..
    il tuo viso che conservo
    nella mia anima,
    il suono della tua voce
    che canta nella mia mente,
    giorni di Settembre..
    che sorgono nei miei sogni
    le parole e le mie frasi
    creano e colorano
    qualsiasi tema che tocco,
    qualsiasi idea che esprimo.

    K. Kavafis
    (trad. Lunapiena

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  2. Settembre Jonico

    La costa stanca
    del vociare estivo
    abbandona la luce abbagliante
    e veste l’odore nostalgico
    di ocre arancio
    sempre più ocra
    scendendo a sud.

    Sferza il vento
    cielo e terra
    sventrando sacche d’acqua
    cariche dell’ozio d’agosto
    per il mare bruno che scava
    con le sue onde alte
    la sera e i siti umani estivi
    sbrindellando
    ricordi e anfratti
    annidati numerosi
    nel profilo frastagliato.

    E’ il settembre jonico
    col suo temperamento
    sanguigno, umorale e breve.

    La furia
    ridonato il litorale
    rientra nelle viscere
    e va placandosi
    correndo gli scollinamenti
    fino all’ultimo sbuffo
    ormai domo
    sull’azzeramento a riva.

    Vincenzo D’Acunzo

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  3. Alcyone
    Sogni di terre lontane


    Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
    Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
    lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
    scendono all'Adriatico selvaggio
    che verde è come i pascoli dei monti.

    Han bevuto profondamente ai fonti
    alpestri, che sapor d'acqua natía
    rimanga ne' cuori esuli a conforto,
    che lungo illuda la lor sete in via.
    Rinnovato hanno verga d'avellano.

    E vanno pel tratturo antico al piano,
    quasi per un erbal fiume silente,
    su le vestigia degli antichi padri.
    O voce di colui che primamente
    conosce il tremolar della marina!

    Ora lungh'esso il litoral cammina
    la greggia. Senza mutamento è l'aria.
    il sole imbionda sì la viva lana
    che quasi dalla sabbia non divaria.
    Isciacquío, calpestío, dolci romori.

    Ah perché non son io cò miei pastori?


    Gabriele D'Annunzio
    I PASTORI

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  4. Settembre


    San Lorenzo, io lo so perché tanto
    di stelle per l'aria tranquilla
    arde e cade, perché sì gran pianto
    nel concavo cielo sfavilla.

    Ritornava una rondine al tetto:
    l'uccisero: cadde tra spini:
    ella aveva nel becco un insetto:
    la cena de' suoi rondinini.

    Ora è là come in croce, che tende
    quel verme a quel cielo lontano;
    e il suo nido è nell'ombra, che attende,
    che pigola sempre più piano.

    Anche un uomo tornava al suo nido:
    l'uccisero: disse: Perdono;
    e restò negli aperti occhi un grido
    portava due bambole in dono...

    Ora là, nella casa romita,
    lo aspettano, aspettano in vano:
    egli immobile, attonito, addita
    le bambole al cielo lontano

    E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
    sereni, infinito, immortale,
    Oh! d'un pianto di stelle lo inondi
    quest'atomo opaco del Male!

    Giovanni Pascoli

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  5. Settembre

    Già l'olea fragrante nei giardini
    d'amarezza ci punge: il lago un poco
    si ritira da noi, scopre una spiaggia
    d'aride cose,
    di remi infranti, di reti strappate.
    E il vento che illumina le vigne
    già volge ai giorni fermi queste plaghe
    da una dubbiosa brulicante estate.
    Nella morte già certa
    cammineremo con più coraggio,
    andremo a lento guado coi cani
    nell'onda che rotola minuta.

    Vittorio Sereni

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  6. Dolce melanconia di Settembre
    foglie arrosite d'amore,
    in attesa dell'ultimo ballo...
    Nuvole bianche che sorridono
    al tramonto del Sole...
    e il desiderio di te, piccola Rondine
    che vola, in cerca di Primavera...
    Ultimo canto delle cicale
    e farfalle in cerca di calore,
    nella festa dell'olivo...

    Gocce di lacrime cadute dal cielo,
    nella terra assetata d'amore...
    profumo di uva matura in aria,
    divino liquido dorato il vino,
    che dona ebbrezza ed allegria,
    al cuore innamorato, che sempre giovane,
    osa godere la danza del tempo...
    Dolce melanconia di Settembre,
    ricordi e nostalgia di un' Amore,
    in Attesa..... di una rinascita

    Lunapiena

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  7. Impressioni di Settembre

    Quante gocce di rugiada intorno a me
    guardo il sole ma non c'è
    dorme ancora la campagna forse no
    è sveglia, mi guarda non so.

    Già l'odore della terra odor di grano
    sale adagio verso me
    e la vita nel mio petto batte piano
    respiro la nebbia penso a te.

    Quanto verde tutto intorno e ancor più in là
    sembra quasi un mare d'erba
    e leggero il mio pensiero corre e va
    ho quasi paura che si perda.

    Un cavallo tende il collo verso il prato
    resta fermo come me
    faccio un passo lui mi vede è già fuggito
    respiro la nebbia penso a te.

    No! Cosa sono adesso non lo so
    sono un uomo in cerca di sé stesso
    No! Cosa sono adesso non lo so
    sono solo il suono del mio passo...

    E intanto il sole tra la nebbia filtra già
    il giorno come sempre sarà.

    F. Battiato

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  8. SETTEMBRE


    Ahi, settembre mi dirai
    quanti amori porterai
    le vendemmie che farò
    ahi, settembre tornerò
    sono pronto e tocca a me
    l'aria fresca soffierà
    l'armatura non l'avrò
    ahi, settembre partirò

    E mentre il giorno sparisce
    primavera verrà
    sarà dolce e nervosa
    ma non mi scapperà...

    Alberto Fortis
    Settembre (1981)

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  9. Impressioni di settembre
    Premiata Forneria Marconi (PFM)
    Mogol - Pagani - Mussida (1971)

    Quante gocce di rugiada intorno a me
    cerco il sole, ma non c'è.
    Dorme ancora la campagna, forse no,
    è sveglia, mi guarda, non so.
    Già l'odor di terra, odor di grano
    sale adagio verso me,
    e la vita nel mio petto batte piano,
    respiro la nebbia, penso a te.
    Quanto verde tutto intorno, e ancor più in là
    sembra quasi un mare d'erba,
    e leggero il mio pensiero vola e va
    ho quasi paura che si perda...
    Un cavallo tende il collo verso il prato
    resta fermo come me.
    Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
    respiro la nebbia, penso a te.
    No, cosa sono adesso non lo so,
    sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso.
    No, cosa sono adesso non lo so,
    sono solo, solo il suono del mio passo.
    e intanto il sole tra la nebbia filtra già
    il giorno come sempre sarà.

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  10. Hi! Venus..... Welcome!....
    Thanks for your comment. For me, desire is the voice of the heart.
    I read that your city is Patras. Are you Greek?

    Good Night
    Vasso

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Ευχαριστώ για την επίσκεψη.
Grazie per la tua Gentilezza.

Lunapiena